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"Ogni corpo su una bicicletta assiste ad uno spostamento del proprio sguardo sul mondo. All'esterno ci si sposta in bicicletta, ma all'interno e' la bicicletta che ci sposta" - Didier Tronchet

La storia

Siamo alla fine degli anni ottanta.

Torino, cornice di rivolte e rivoluzioni, si stava rimodellando.

Due fratellini, poco fuori dalla città, giocavano a raccogliere margherite, mentre una bambina, sdentata e coi codini, colorava con i pastelli.

Nel frattempo, da un lontano paesino della Francia, un ragazzo inforcava la sua bicicletta alla volta della città Italiana.

Passarono i giorni e passarono i chilometri, quando il ragazzo si fermò.

Non si sa se per una ruota bucata o per stanchezza, ma appoggiò la sua bicicletta vicino al portone di un locale di via Sant’Agostino.

Ancora oggi si dice che quella bicicletta sia sempre lì, dal lontano 1985; dietro quella porta rossa,  accanto a quel portone, dentro quel locale, che nei secoli fu prima di una panetteria, poi di una sartoria ed in seguito di una copisteria ed infine, da allora, il primo locale aperto nel quadrilatero romano di Torino, quello del ragazzo francese: la Bicyclette.

Il tempo passava ed i bambini crescevano, ignari di tutto quello che sarebbe successo: che sarebbe stato proprio quel posto, proprio quella lunga pedalata a farli incontrare ed a fare incontrare tutte le persone che fanno sì che quella leggenda viva.

Ed oggi eccoli lì, tutti e tre, dietro quel bancone intriso di storie, diventati attori di quel libro che non è scritto, ma che si può leggere nei  loro occhi ed in quelli delle persone che la frequentano…